Biografie

L’inventore che ha trasformato la pulizia domestica in un’idea da milioni

Sergio Cervellin, classe 1956, è uno di quegli imprenditori che hanno saputo coniugare intuizione tecnica, spirito commerciale e amore per il patrimonio culturale. La sua è una storia tutta italiana, fatta di lavoro sul campo, successi industriali e scelte visionarie.

Gli inizi: una carriera costruita “sul marciapiede”

Originario della provincia di Padova, Cervellin ha sempre rifiutato l’etichetta dell’imprenditore accademico. A 18 anni inizia a lavorare come agente di commercio, definendosi «laureato all’università del marciapiede». Conosce a fondo i prodotti per la pulizia professionale e, nel 1985, fonda Euromop, azienda specializzata in sistemi per la pulizia industriale. In pochi anni, porta il fatturato da 170 milioni a 5 miliardi di lire.

L’intuizione che cambia il mercato

Il vero salto avviene negli anni Novanta, quando brevetta un innovativo telaio per mop: un sistema a incastro senza viti, resistente e semplice da montare. L’idea viene acquistata da Vileda e diventa il cuore del celebre mocio Vileda, venduto in milioni di esemplari in tutto il mondo.

Cervellin si distingue anche per altre invenzioni: tra queste, una scopa-panno ispirata al movimento delle ali di un aereo, osservato durante un volo intercontinentale. È la logica dell’osservazione applicata all’uso quotidiano, tipica di chi trasforma gesti semplici in innovazione funzionale.

Un sogno culturale: il Castello del Catajo

Nel 2016, dopo aver visto per caso un annuncio d’asta, Cervellin acquista il Castello del Catajo, un’imponente residenza rinascimentale situata nei Colli Euganei. Il prezzo era sceso da 11 a 3 milioni di euro, e nessuno si era fatto avanti. Lui lo fa. Ma non per abitarlo.

Il suo obiettivo è restaurare e aprire al pubblico uno dei luoghi più affascinanti del Veneto, ricco di storia e arte. Il Catajo ospita affreschi del Cinquecento firmati da Giovanni Battista Zelotti, allievo del Veronese, e un parco monumentale di 40.000 m². Grazie ai suoi investimenti, il castello è tornato vivo: oggi è sede di eventi, visite guidate, attività per bambini, festival e matrimoni.

«Non ho mai avuto la tentazione di viverci», spiega. «Volevo sottrarlo alla speculazione e restituirlo alla collettività». Il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha definito la sua scelta una “ragionata follia”.

Una visione che unisce industria e bellezza

Cervellin incarna una figura sempre più rara: quella dell’imprenditore capace di unire pragmatismo e visione, industrializzazione e cultura. Se da un lato ha contribuito a rivoluzionare le tecnologie per la pulizia domestica, dall’altro ha mostrato come il successo economico possa generare valore sociale e culturale, senza bisogno di grandi fondazioni o retorica filantropica.

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